Siamo ormai giunti alla svolta conclusiva della vita di Gesù e alla fine del suo viaggio che lo condurrà alla morte. Com’era previsto nelle Scritture, egli entra trionfalmente in Gerusalemme, la Città santa, la meta ultima della salvezza. Vi entra da re messianico, su un asinello alla stregua dei padri d’Israele e non su un destriero alla stregua dei ricchi e dei potenti. Egli conquista la Città santa non con l’astuzia e la violenza, ma con l’umiltà. In questa occasione Gesù annuncia anche la rovina del Tempio, perché Israele lo ha rifiutato come l’inviato di Dio. La frase di Gesù riferita dall’evangelista Matteo: “Gerusalemme, Gerusalemme … quante volte ho voluto riunire i tuoi abitanti attorno a me …”, presuppone che Gesù, durante il suo ministero, sia venuto più volte a Gerusalemme prima della settimana pasquale. Ciò è verosimile, perché nel Quarto Vangelo di Giovanni N vengono riferiti tre viaggi. Questo fatto mette in risalto il carattere artificiale del piano dei sinottici, specialmente la composizione del viaggio verso Gerusalemme del Terzo Vangelo di Luca (cfr. note introduttive).