L’opera degli evangelisti

    Per alcuni anni, dopo la morte di Gesù, la diffusione della “buona novella” avvenne in maniera esclusivamente orale: lo stesso metodo seguito da Gesù. Dopo il primo smarrimento per la tragica morte di Gesù, gli Apostoli, testimoni qualificati e guide spirituali delle comunità, costituiti da Gesù per la missione universale prima della sua ascensione in cielo, rievocarono gli insegnamenti e le sue opere interpretandole alla luce del compimento delle Scritture: la risurrezione di Cristo.
    L’origine storica dei Vangeli ci rimanda quindi alla fede e alla vita delle prime comunità cristiane, e va quindi ricercata nella predicazione degli Apostoli e dei discepoli di Gesù alle proprie comunità locali (catechesi orale). Quando i testimoni oculari della prima ora cominciavano a scomparire, gli interpreti delle comunità cristiane primitive cercarono di fissare per iscritto il frutto delle testimonianze trasmesse oralmente ed in modo isolato, preoccupandosi, nello stesso tempo, di rispondere ai problemi delle comunità per le quali scrivevano.
    È certo che i quattro Vangeli non sono stati il semplice frutto di un lavoro individuale, ma sono scaturiti dall’esperienza di vita nella Chiesa primitiva sotto la guida ispirata dell’insegnamento degli Apostoli. Per questo, in essi, ben presto fu riconosciuto il riflesso fedele ed autentico della predicazione apostolica e furono considerati testi ispirati da Dio e quindi posti a fondamento della fede cristiana. La Chiesa infatti ha ritenuto, e ritiene tuttora, che i quattro Vangeli trasmettono fedelmente quanto Gesù operò e insegnò durante la sua vita terrena.
    Va subito precisato che i Vangeli non si possono considerare come semplici documenti storici e biografici di Gesù, perché i redattori dei Vangeli non erano degli scrittori che, lavorando su documenti debitamente repertoriati, si erano prefissati di scrivere la storia di Gesù di Nàzaret, dalla nascita alla morte. Pur fondandosi su fatti realmente accaduti, essi non riferiscono gli eventi e le parole di Gesù come se si trattasse di redigere un manuale di storia, ma si preoccuparono di farli apparire come punti di riferimento del ministero di Gesù, nell’intento di far incontrare il lettore con il Cristo riconosciuto dalla fede.
    Gli evangelisti, fondamentalmente, si sono posti due obiettivi: il primo, inteso a far risaltare la testimonianza evangelica di Gesù e propugnare un messaggio teologico finalizzato alla comprensione del mistero di Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, proclamandone la sua divinità; il secondo, rivolto a sollecitare la coscienza di ogni uomo che è invitato “personalmente” a chiedersi chi è Gesù e a dare una risposta coerente con le scelte della propria vita:

“E VOI, CHE DITE? CHI SONO IO?”.
(Matteo 16, 15) (Marco 8, 29) (Luca 9, 20)