Gesù: un
Messia che sconvolge le attese e che non è da tutti riconosciuto
Il Cristianesimo è scaturito da un popolo, quello ebraico, che ha
vissuto una storia tormentata a partire dall’esilio babilonese, e continuando
con la dominazione dei Persiani, dei re Ellenisti, fino all’oppressione
dell’impero romano.
Il popolo ebraico attendeva un Messia che fosse nello stesso tempo
re-terreno e gran sacerdote, un Messia da accogliere come condottiero nazionale,
perché doveva liberare Israele dal dominio oppressivo dei Romani. In
definitiva, quindi, un Messia politico e terreno, apportatore di salvezza
soltanto per gli Ebrei. Il Messia giunse davvero nel momento in cui tutto
Israele l’attendeva, ma grande fu la delusione dei Giudei quando si resero
conto che la loro attesa andava in direzione opposta: ciò che per il mondo era
male, per Gesù era bene e ciò che per il mondo era bene, per Gesù era male.
La povertà, l’umiltà, la sottomissione, il sopportare silenziosamente le
ingiurie, il tirarsi indietro per far posto agli altri, tutti sommi mali per il
mondo, erano sommi beni per Gesù. Viceversa le ricchezze, gli onori, il dominio
sugli altri e tutte le altre cose che formavano oggetto di felicità per il
mondo, rappresentavano secondo Gesù, non tanto un male, quanto un pericolo
gravissimo.
Tutto questo renderà ancor più difficile la missione e la predicazione
di Gesù che non sarà accolto dalla maggior parte della gente, ed in
particolare dai reggenti di quel popolo eletto, ossia i Maestri della Legge, i
Sommi Sacerdoti del Tempio e i Farisei. Infatti, dopo averlo tollerato per
qualche tempo, lo arrestarono a tradimento, lo condannarono per imputazioni
religiose e lo fecero ricondannare dalle autorità politiche romane per
imputazioni civili. Così, il tanto atteso Messia, alla fine, morirà
crocifisso.